La storia di Podere le Fornaci
L’azienda agricola Podere le Fornaci è stata fondata a Greve in Chianti nel 2000.
Allora il gregge era formato da 25 capre camosciate delle Alpi e l’allevamento e la produzione venivano gestite a conduzione familiare.
Identità e cambiamenti
Podere le Fornaci ha avuto un gregge numeroso, diverse gestioni di persone appassionate, contatti commerciali capillari e una forte presenza ai mercati contadini.
Abbiamo sempre affiancato l’ospitalità al lavoro di allevamento e cura del gregge, fino a che il peso dei vari servizi è cambiato, così come le persone che li offrono. Insomma, come tutte le piccole aziende vive, Podere le Fornaci ha cambiato forma, non identità. Crediamo nel rispetto e nel benessere degli animali e dell’ambiente circostante, nel lavoro contadino e in una accoglienza vera senza finzioni.
Per questo, per continuare a fare il nostro lavoro e vivere al Podere, alla fine del 2022 abbiamo ridotto il nostro gregge di capre. La scelta non è stata facile, ma dovuta e voluta. Siamo felici di sapere che le capre che chiamavamo una per una per nome e che abbiamo curato e munto per anni, continuano a stare bene.
Podere le Fornaci è stata e continua ad essere un’azienda agricola e un allevamento di capre con caseificio. Oggi è anche un luogo dove assaggiare prodotti di qualità, soggiornare per brevi periodi, rilassarsi, divertirsi e imparare a fare il formaggio.
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Continuiamo a fare rete
Fare rete e avere una comunità di supporto aiuta a vivere bene e affrontare con serenità il lavoro e la vita in campagna. Per questo, facciamo parte del movimento di resistenza contadina Jerome Laronze, nodo fiorentino della rete nazionale Genuino Clandestino.
Si tratta di un movimento che associa diverse aziende agricole secondo il principio della garanzia partecipata in cui l’ammissione avviene con il controllo di altre aziende già socie e anche di alcuni soci consumatori. Il valore aggiunto è avere una rete sociale attiva a livello economico, agronomico e politico.
Siamo felici di fare parte di Genuino Clandestino perché difende la sovranità alimentare e il valore delle autoproduzioni locali come strumento di rinascita culturale e di rivendicazione politica.
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